False recensioni e ricatti I ristoratori contro TripAdvisor

La battaglia, portata avanti anche da Italia a Tavola, contro TripAdvisor non si ferma. E si aggiungono altre voci di ristoratori indignati. Gli ultimi in ordine di tempo sono quelli di Celle Ligure che denunciano le ennesime false recensioni e i ricatti di alcune società di servizi alberghieri



Nonostante i successi del marzo scorso della battaglia condotta anche da Italia a Tavola contro TripAdvisor che aveva rimosso dei commenti anonimi e diffamatori, ammettendone quindi la falsità, la guerra contro il colosso americano è ancora lunga. E l'Italia è ancora lontana, purtroppo, dall'infliggere una condanna pesante come è successo invece a Parigi o Londra (dove sono state elargite multe e censure nei confronti di TripAdvisor, Expedia e Hotels.com). Ma il varco è comunque stato aperto e alle voci solitarie di ristoratori coraggiosi, come l'Osteria al Vecchio Sarca di Madonna di Campiglio (Tn) che si sta già da tempo muovendo per vie legali, si stanno aggiungendo lo sdegno e la 'ribellione” dell'intero settore.



Gli ultimi in ordine di tempo sono gli albergatori di Celle Ligure (Sv) che chiedono a Tripadvisor di modificare in senso restrittivo la possibilità di lasciare recensioni e di rendere identificabili le persone che pubblicano commenti particolarmente negativi. Tripadvisor avrebbe già risposto che esiste un'apposita procedura con la quale il titolare della struttura o un responsabile, può "rispondere" alla recensione negativa ma appare evidente che, in assenza di un controllo "a monte" chiunque, volendolo, può danneggiare o gratificare ingiustamente un albergo o un ristorante.

Una possibile soluzione, già proposta da Italia a Tavola, sarebbe quella di rendere più "trasparente" la procedura e di obbligare i recensori a pubblicare con il proprio nome e cognome. Altri suggeriscono anche che siano gli alberghi a fornire una password, magari modificabile, ai clienti, consentendo una corretta identificazione ma, soprattutto, limitando gli abusi.

Oltre a questo c'è anche un altro grosso problema da arginare: si sta diffondendo al momento, sembrerebbe tra le piccole aziende fornitrici degli hotel di «offrire in omaggio 100 pareri positivi su Tripadvisor». Un rischio che è stato confermato anche dai vertici di Tripadvisor. La scorsa primavera gli albergatori di Rimini e dintorni si sono visti proporre forniture di ciabatte da camera con il logo dell'hotel in cambio di false recensioni positive su siti come Tripadvisor e Zoover. Il quotidiano online dei consumatori Il Salvagente aveva spiegato la 'procedura”: tale Delta System ('agenzia promozionale on web”) contattava l'albergo dicendo che la struttura non era posizionata ai vertici della graduatoria Tripadvisor, quindi proponeva di mettersi in contatto con la società www.lineadicortesia.com: l'acquisto di uno scatolone di ciabatte dava diritto a due recensioni in diverse lingue.

Il presidente Federalberghi dell'Emilia Romagna Alessandro Giorgetti, come riporta il Corriere della Sera, aveva dichiarato: «Abbiamo denunciato il moltiplicarsi di quelle offerte agli associati capendo che il meccanismo andava oltre il commento negativo del dipendete licenziato o del cliente mordi e fuggi che ci può anche stare». E anche Tripadvisor Italia si era immediatamente mosso, mettendo in guardia gli albergatori e allertando il gruppo londinese antifrode.

Anche Bernabò Bocca, presidente nazionale di Federalberghi, parla di ricatti fatti a molti associati («o mi fai uno sconto o ti stronco»): «Quei commenti - dice - ormai hanno un valore economico: più sali nelle graduatorie, più lavori». Così si chiede un «aiutino» all'amico, si stronca il rivale. «Il rischio è di creare un mercato nero. Solo la tracciabilità di chi posta il commento può aiutare».

La risposta del colosso arriva da Lorenzo Brufani che rappresenta Tripadvisor in Italia: «Nessuna moda, il caso di Rimini ci è noto ma noi siamo i primi ad essere vittime e rispondiamo con la tolleranza zero. Quello della tracciabilità è un falso problema: c'è la privacy, ma tanti mettono foto, email, rimandano a Facebook». E sugli albergatori di Celle aggiunge: «Il problema non sono i commenti negativi ma le poche recensioni che non forniscono un reale giudizio: è interesse dell'hotel avere tanti commenti, possono rispondere». Quello del viaggiatore «è prendere in considerazione solo strutture con almeno 30 commenti e di dare più credibilità a quelli firmati da recensori esperti. Tripadvisor non è una pagella: bisogna imparare a leggerlo come nel mondo».
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