vietato l’ingresso agli utenti di TripAdvisor: “Siamo qui per lavorare BENE al 100%"

Francesco Giordano, proprietario dell’Ottavo nano di Brescia, è diventato famoso per avere affisso un cartello all’ingresso del proprio ristorante nel quale vietava l’ingresso agli utenti di TripAdvisor: “Siamo qui per lavorare BENE al 100%... non per subire le frustrazioni di Utenti di tale portale web. Per tanto (sic!) siete pregati di sfogare la vostra rabbia interiore e il vostro malessere altrove”, si leggeva a glossa del divieto.

Non soddisfatto, il ristoratore ha addirittura denunciato il sito per “violenza psicologica”, nonostante la reputazione del suo locale fosse tutto tranne che pessima. L’Ottavo Nano, infatti, può contare su un totale di 48 recensioni: 20 eccellenti, 20 molto buone, 7 nella media, 1 scarsa e 0 pessime.

Complessivamente il locale ha 4 stelle su 5. Altri farebbero festa, ma il signor Giordano no.

Secondo lui è un’offesa denigrare il lavoro altrui e anche in una recensione positiva possono essere nascosti concetti, frasi o anche solo aggettivi che creano false aspettative nella potenziale clientela. Ma Giordano chiama in causa anche la concorrenza sleale di coloro che acquistano pacchetti di recensioni positive da profili fake, creati ad arte per “spingere” un determinato locale o albergo.

Esistono, infatti, vere e proprie società organizzate che reclutano persone che vestono in panni fittizi di clienti e spingono con le loro recensioni determinati esercizi pubblici verso le vette dell’eccellenza, tanto con un pieno di stellette, quanto con giudizi entusiastici.

Proprio per evitare simili equivoci e un utilizzo improprio di uno strumento nato per guidare i consumatori, un gruppo di ricercatori della Cornell University ha elaborato un algoritmo in grado di smascherare le recensioni false. Un algoritmo in grado di unire linguistica e psicologia, quindi capace di smascherare i fake. Un primo passo verso il web semantico per gli ottimisti, fantascienza per gli scettici.

Ma c’è un altro fenomeno in aumento: quello delle società fornitrici che, per esempio, insieme al “pacchetto” di asciugamani, accappatoi e pantofole monouso includono anche buone recensioni, magari in più lingue.

Ma come fare per fidarsi veramente delle recensioni di TripAdvisor? Dribblare i fake non è così facile, ma con la pratica si può evitare di abboccare agli ami tesi dai furbetti digitali. Le recensioni che si limitano a elencare aggettivi e superlativi sono più sospette rispetto a quelle maggiormente descrittive, che forniscono dettagli sulle stanze d’albero, sul servizio dei camerieri o sui cibi preparati dagli chef.

Molti sostengono che sia più affidabile Booking, portale di recensioni nel quale il giudizio è vincolato a una precedente prenotazione.

Ma può essere utile anche una valutazione dell’affidabilità di chi posta giudizi: se un recensore ha postato centinaia di giudizi in pochi mesi i suoi potrebbero essere dei falsi. Dietro potrebbe esserci lo stesso inganno denunciato dal proprietario dell’Ottavo Nano di Brescia.
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